I PRIMI QUARANT’ANNI DI GIOVANNI LETO
Paola Nicita
Oltre il segno e ancora al di là della forma, la pittura diventa una pelle che si accartoccia su se stessa per sfuggire alle sue regole. E nelle ricerche volte al superamento di queste ultime appare emblematica la strada percorsa con silenziosa tenacia da Giovanni Leto, che a Bagheria inaugura oggi a Villa Cattolica, una personale per ripercorrere quaranta anni di pittura…
Dalle pitture su tela fino alle installazioni e alle opere realizzate per dialogare con l’ambiente in cui sono inserite, la ricerca artistica di Giovanni Leto possiede una cifra identificativa peculiare, che si manifesta specie nelle carte e nelle stoffe arrotolate e addossate fittamente le une alle altre. “Orizzonti” che sembrano lievitare, crescere, oppure iniziano a sfaldarsi lasciando il posto alla materia pittorica. Fuggite dalla tela, le “liane” di carta sono il simbolo palese di una negazione dell’immagine che tra adesioni all’informale e all’Aniconismoritorna alle sue origini, per chiudere un cerchio che pone al suo centro il “fare” della pittura.
Bibl.: Paola Nicita, I primi quarant’anni di Giovanni Leto, in la Repubblica – Palermo, 24 gennaio 2004
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